Entrevista de Antonio Gnoli para La Repubblica
Giorgio Agamben ha curato una
raccolta di scritti dello studioso mai pubblicati: “E’ una parte dei
Passagen su Beudelaire più ampia di quella conosciuta”.
“Gli inediti del filosofo che Einaudi non volle”
Terribili dovettero essere gli ultimi anni di vita di Walter
Benjamin. In una sequenza di eventi negativi, tra il 1938 e il 1940,
egli abitò a Parigi nell´isolamento e nell´estrema povertà. Le sue
giornate trascorrevano alla Bibliothèque nationale, il solo luogo che
gli garantiva la necessaria concentrazione per portare avanti il suo
progetto. Lavorava alla stesura di un grande libro, tra le carte e i
foglietti che maniacalmente appuntava. Poi la situazione precipitò. E fu
come cadere rovinosamente da un precipizio. Nel giro di pochi mesi
l´ebreo Benjamin intraprese una fuga che si concluse, come è noto, con
il suicidio a Port-Bou, nel settembre del 1940, sul confine spagnolo. Si
favoleggiò che insieme alle poche cose necessarie alla sopravvivenza
Benjamin si trascinasse una valigia con il manoscritto al quale aveva
febbrilmente lavorato. È molto probabile che quella valigia, che si
disse fosse andata perduta, sia solo una leggenda. E che la verità sia
un´altra. A raccontarcela è Giorgio Agamben che scoprì quelle carte,
oggi finalmente pubblicate da Neri Pozza.
Come arrivò a quella scoperta?
«Casualmente. In quel periodo, la fine degli anni Settanta, stavo
lavorando al ritrovamento delle ultime carte di Benjamin, compreso il
famoso manoscritto dei Pariser Passagen che si riteneva fosse
andato perduto. Quando un giorno, sfogliando delle lettere di Georges
Bataille ne trovai una in cui Bataille, scrivendo a un amico
conservatore alla Bibliothèque nationale, citava alcune buste contenenti
dei manoscritti di Benjamin. In margine alla lettera c´era
un´annotazione del conservatore che indicava la Bibliothèque nationale
come il luogo in cui quei manoscritti si trovavano».
La entrevista completa, acá. Ordina subito!
(Gracias, Raúl, por el prefacio, que pongo a disposición de quien quisiere leerlo).
No hay comentarios.:
Publicar un comentario